Rottamazione ter: slittano ancora le scadenze fiscali. Possibile proroga al 30 aprile 2021

Roma – Il governo continua a stanziare risorse per sostenere le attività economiche più colpite dalle restrizioni dovute alla pandemia, pensando  di far slittare ulteriormente le scadenze fiscali rimandandole con molta probabilità al 30 aprile 2021.

Slitta così il termine di lunedì 1° marzo per il pagamento delle rate della Rottamazione ter e del Saldo e stralcio sospese finora dal governo nell’ambito delle misure di tregua fiscale legate alla crisi post Covid. Lo ha annunciato ieri in extremis il ministero dell’Economia con un comunicato che a sua volta annuncia la norma vera e propria, che sarà contenuta nel decreto legge Ristori 5, che l’esecutivo approverà nei prossimi giorni.

«È in corso di redazione — si legge nella nota del ministero guidato da Daniele Franco — il provvedimento che differirà il termine del 1° marzo 2021 per il pagamento delle rate della “rottamazione-ter” e del “saldo e stralcio”. Il termine riguarda le rate del 2020 ancora non versate a cui si aggiunge la prima rata del 2021 della rottamazione-ter. Il provvedimento entrerà in vigore successivamente al 1° marzo 2021 e i pagamenti, anche se non intervenuti entro tale data, saranno considerati tempestivi purché effettuati nei limiti del differimento che sarà disposto».

Il decreto Ristori 5, o anche «Sostegno», come preferisce chiamarlo il nuovo governo, disporrà una proroga a posteriori della scadenza di pagamento, con effetto retroattivo dal 1° marzo. La nota del ministero non specifica di quanto verrà spostato il termine del primo marzo, ma le indiscrezioni indicano un paio di mesi, cioè al 30 aprile. Il rinvio riguarda 1,2 milioni di contribuenti, per un gettito complessivo di 950 milioni di euro.

«La proroga dei versamenti relativi alla rottamazione ter e al saldo e stralcio delle cartelle — dichiara il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta — restituisce ossigeno a chi era in difficoltà già prima della pandemia e, grazie a provvedimenti di buon senso, stava con fatica cercando di tornare in regola con il Fisco». Su questa scia, al ministero dell’Economia si sta valutando se inserire nel prossimo decreto legge anche lo slittamento di qualche mese o la diluizione su due anni dell’invio dei circa 50 milioni di cartelle esattoriali e altri atti di riscossione (la metà maturati nel 2020 e il resto attesi per quest’anno), invio che il governo Conte ha congelato ripetutamente fino a ieri, cioè al 28 febbraio.

 

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